L’invenzione del cambio

immagine tratta da classicrendezvous.com

C’è molto Campagnolo nelle bici moderne.

Racconta Il Sole 24ore:

Il 4 novembre del 1927 Tullio Campagnolo sta correndo il Gran Premio della Vittoria, per celebrare il sesto anniversario della vittoria dell’Italia nella Prima guerra mondiale, quando durante la scalata del Passo Croce d’Aune è costretto a fermarsi: non riesce a rimuovere la ruota posteriore per cambiare il rapporto.

Leggenda vuole che, pronunciandola in dialetto vicentino, abbia detto la frase: “Bisogna cambiare qualcosa dietro”. Tre anni dopo brevetterà la prima delle sue invenzioni: il mozzo a sgancio rapido.

Lo sgancio rapido fu alla base della prima applicazione di cambio. Qui il racconto è della rivista Focus: grazie al mozzo a sgancio rapido infatti la ruota posteriore fu dotata di due ruote dentate, con un numero diverso di denti; invertendo la ruota si otteneva quindi una pedalata più o meno leggera a seconda della pendenza da affrontare.

“Dopo qualche anno, Campagnolo inventò infine l’antenato dei moderni cambi, con due pignoni montati sullo stesso lato della ruota e collegati a una lunga levetta azionabile anche in corsa, in modo che i corridori potessero spostare la catena dall’una all’altra ruota dentata a seconda delle necessità che i vari percorsi richiedevano di volta in volta.”

Era il cambio conosciuto come “suicida” per le difficoltà di manovra che comportava; lo potete vedere nel corpo dell’articolo pubblicato da Bikeitalia

 

 

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